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La vita è un gioco di squadra…lo è sempre e vale per qualsiasi esperienza…

La vita è un gioco di squadra…lo è sempre e vale per qualsiasi esperienza…


Noi dell’Associazione Oncologica San Bassiano Onlus lo sappiamo bene: una famiglia numerosa la nostra, composta da persone straordinarie che chiamiamo volontari, pazienti e familiari…persone che per un tratto del loro percorso di vita si confrontano con l’esperienza della malattia oncologica.


Del prendersi cura ne abbiamo fatto la nostra missione quotidiana: lo facciamo attraverso il supporto del volontariato, acquistando strumenti necessari per la diagnosi e la cura, con la strutturazione di servizi e attività che si prefiggono l’obiettivo di migliorare la qualità di vita del paziente oncologico e dei suoi caregivers.


Per fare tutto questo nel migliore dei modi il Direttivo è impegnato costantemente nel tentativo di strutturare sempre più servizi da offrire gratuitamente, che si integrino ai percorsi previsti dalla locale Azienda Sanitaria Ulss 3 di Bassano del Grappa e dai comuni del comprensorio.


Tra i servizi offerti dall’associazione molte sono le attività sportive: un offerta avvalorata da numerose evidenze scientifiche che affermano l’importanza della loro pratica non solo come prevenzione ma anche come risorsa nel percorso di cura della malattia oncologica.


E capita che, in un giorno di ricerca sui più recenti studi scientifici che definiscono l’importanza della corsa per una migliore qualità di vita del paziente, leggo la storia di Domenico Corradin: la diagnosi, la cura e il grande desiderio di correre fino ad Assisi.


Lo cerco e lo incontro insieme ad Presidente Gianni Celi e alla Vicepresidente Dina Faoro.
Un colloquio denso di emozioni: davanti a noi un uomo che ha vissuto la malattia prima come familiare e poi come paziente e che afferma come, mai come dopo questa sua personale esperienza, gli sia chiaro che la vita, con i suoi talvolta tortuosi percorsi, sia costantemente un lavoro di squadra.


Domenico ha fatto di questa sua consapevolezza una risorsa anche e soprattutto nel momento della malattia. Si è preparato all’intervento chirurgico seguendo i consigli dei medici affrontando il tutto forte del supporto della sua famiglia.
Domenico è guarito e ha deciso di portare il suo messaggio ad Assisi correndo, chilometro dopo chilometro, accompagnato da un carrellino, chiamato Lupo.

Il suo motto è “Via il tumore e….di corsa” e anche questa volta sa che per raggiungere l’obiettivo ha bisogno del supporto della sua famiglia e di personale competente.
Il Direttivo dell’Associazione decide di mettere a disposizione nella fase preparatoria della corsa la psicologa coinvolgendo anche gli specialisti del Centro Human Gianluca Gnoato osteopata fisioterapista e Francesco Barbisan preparatore atletico. 


E’ cosi che parte la nostra avventura ricca di confronti e di lavoro, di condivisione di emozioni, di ristrutturazioni e anticipazioni, consapevoli che il percorso immaginato non sarebbe stato che un’idea di ciò che lo aspettava.
E così è stato. Abbiamo seguito Domenico tappa dopo tappa. Dal primo all’ultimo chilometro in tantissimi lo abbiamo incoraggiato, spronato a continuare, supportato nei momenti di difficoltà.


Sì, perché anche in questa esperienza non sono mancati: la fatica, il corpo dolorante e le preoccupazioni rispetto alla possibilità di raggiungere l’obiettivo tanto desiderato. Sensazioni e pensieri che si intrecciano e che accomunano la vita di ognuno di noi a quella di Domenico. Un’esperienza, la sua, straordinaria ma non più della vita di tutte le persone che lo hanno seguito sul blog oppure lo hanno accompagnato, incontrato o hanno condiviso un tratto di questa avventura con lui.


Raggiungere Assisi non è che una tappa del suo percorso che è iniziato molto prima della partenza e che, di certo, non si è concluso con l’arrivo nella città di San Francesco. Questa avventura ci insegna l’importanza della condivisione e del supporto, ci insegna quanto importante sia la solidarietà e quanto importante sia il chiedere aiuto: perché soprattutto quando il percorso diventa difficile, il percorrerlo insieme lo rende possibile e meno pauroso.


Grazie Domenico per averci dato questa bellissima occasione di riflessione!

Dott.ssa Elena Pasquin

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